Habitation Velier Takamaka: una world première assoluta direttamente dalle Seychelles


19 gennaio 2022

Takamaka

Habitation Velier presenta al mondo una prima assoluta: il rum Takamaka, prodotto per la prima volta nella sua storia al 100% con puro succo di canna da zucchero delle Seychelles.

Il cammino della distilleria Takamaka comincia nel febbraio 2002, quando i due fratelli d’Offay, Richard e Bernard, tornano alle Seychelles dopo molti anni trascorsi in Sudafrica. Ottengono dal governo un edificio in rovina del diciottesimo secolo, considerato patrimonio nazionale, sull’isola di Mahé a La Plaine St Andre, e lo restaurano. Dopo due anni di lavori, la società Trois Frères Distillery è pronta a partire.

TakamakaLa distilleria e i magazzini si trovano in un edificio di fianco alla casa restaurata, che contiene a sua volta un bar e un ristorante. Alle Seychelles il rum è stato portato la prima volta dalla marina britannica, intorno alla metà del sedicesimo secolo; dalla fine del diciannovesimo secolo si è cominciato a coltivare la canna da zucchero sulle isole, ma le distillerie esistenti si sono sempre rivolte soltanto al mercato locale, con i suoi novantamila abitanti. Le ambizioni dei fratelli d’Offay, invece, puntano molto più in alto. Un passo alla volta, Takamaka cresce nell’export, dapprima a Dubai, poi in UK, Germania e Svizzera.
Oggi, con i due nuovi rum targati Habitation Velier, Takamaka è pronta a entrare nell’Olimpo dei produttori di rum. “Per noi è stato un grande onore e una grande felicità essere scelti da Luca Gargano”, sottolinea Bernard d’Offay, che ha raccontato i dettagli e le difficoltà tecniche incontrate durante la produzione di quella che oggi è l’espressione più vera del rum delle Seychelles.

Il primo ostacolo da superare è stato costituito dalla materia prima. La canna da zucchero alle Seychelles è infatti piuttosto rara, e ha una produzione di circa 85/95 tonnellate annue: “possiamo affidarci a una trentina di coltivatori in tutto”, prosegue Bernard, il cui suocero è uno dei principali produttori, con circa cinque acri a disposizione. La maggior parte della canna da zucchero si trova sull’isola di Mahé, poco distante dalla distilleria; una porzione più piccola viene coltivata anche sull’isola di La Digue. Alle Seychelles si trovano sette tipi differenti di canne da zucchero, tra le quali la più diffusa è la canne rouge, dalla quale viene prodotta anche la baka, una birra di succo di canna fermentata – interessante notare che in creolo baka significa ‘turbolento’. La coltivazione è 100% naturale, senza utilizzo di chimiche. Il terreno è di tipo granitico, il che rappresenta un’altra novità rispetto al resto dei produttori dell’area dell’oceano Indiano, i cui territori sono in prevalenza vulcanici.

Una volta raccolta, la canna da zucchero viene portata al piccolo mulino della distilleria per essere pressata e poi sottoposta al processo di fermentazione. Vengono utilizzati lieviti Lallemand, in una percentuale di 20gr di lievito per ogni 100 litri di succo. La fermentazione è breve: tre giorni in tutto, al massimo cinque.

Per la distillazione, Takamaka possiede tre alambicchi in rame, di cui due sono pot still e il terzo un column still.

Per quanto riguarda le botti, Richard racconta come il destino abbia inciso nelle loro scelte: nel febbraio 2018 uno dei responsabili della società francese Radoux, produttrice di botti, va in vacanza alle Seychelles, e incontra i due fratelli presso la distilleria. Dall’intensa chiacchierata nasce una proposta di partnership, e da lì cominciano le sperimentazioni con le differenti dimensioni di botte: al momento vengono utilizzate botti da 350 litri, tutte in rovere francese, mentre in passato sono stati fatti anche esperimenti con botti ex-porto ed ex-sherry. Per Richard e Bernard è molto importante capire quanto e come il legno influisca sullo sviluppo del rum, e a questo scopo ogni sei mesi mandano a Radoux dei samples di rum da assaggiare, per capire insieme l’evoluzione. Il rum viene messo nelle botti direttamente, senza processi intermedi.

Parlando nello specifico dei due rum di Habitation Velier, il Takamaka White viene distillato nel pot still più piccolo, e ha un contenuto in congeners di 466,2 gr/hlpa, di cui 12,2 sono esteri. Si tratta di un contenuto molto alto per un rum dalla fermentazione così breve, ed è piuttosto sorprendente.

Al palato è fine e potente insieme: è davvero un pure single rum che esalta la pura espressione del succo di canna.

Il Takamaka 2018 proviene invece da un batch unico, prodotto nel 2018 e invecchiato per tre anni in clima tropicale. Il contenuto in congeners è di 564,4gr/hlpa, di cui 58 sono esteri. L’angel share totale è oltre l’11%. Anche qui il risultato è sorprendente.

Tra i progetti per il futuro, i fratelli d’Offay e Luca Gargano ne hanno uno molto ambizioso e piuttosto folle: arrivare a produrre un rum prodotto al 100% dal succo di canna proveniente esclusivamente da La Digue.

L’obiettivo principale è comunque quello di continuare a far conoscere al mondo l’espressione più pura di un rum delle Seychelles, salendo un gradino alla volta: “siamo consapevoli di essere solo all’inizio di un percorso”, sostiene Bernard, “ma siamo intenzionati ad andare sempre più avanti, con un rum autentico, originale, buono. Artigianale”.

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