Compass Box e Stranger & Stranger: una coppia vincente per le etichette che lasciano il segno


23 agosto 2022

Un’intervista esclusiva con il team creativo di Stranger & Stranger, celebre azienda di branding e packaging specializzata nelle bevande alcoliche, fresca vincitrice per la quinta volta del titolo di Design Agency of the Year all’ISC Award.

Tra i loro clienti più famosi c’è Compass Box, che oltre vent’anni fa ha rotto tutti gli schemi del whisky, portando alla ribalta la categoria allora bistrattata del Blended Malt. Oltre alla grande attenzione nella selezione dei whisky, Compass Box è conosciuto anche per l’originalità delle sue etichette, di grande impatto e accuratamente studiate per rendere al meglio il carattere di ogni bottiglia. Ne parliamo qui con gli artefici di questo particolarissimo packaging.

Le etichette delle bottiglie di whisky sono sempre state tra le più tradizionali e sobrie. Qual è stata la difficoltà maggiore nell’abbandonare uno stile classico, pur dovendo conservare l’identità da prodotto premium?
Compass Box è principalmente concentrata sulla creatività nella produzione di whisky, e la cosa si riflette sull’approccio alle etichette, con complessità, pluralità di livelli, ricchezza e artigianalità. In molti modi, Compass Box prende di più dai vini del Nuovo Mondo che dal tradizionale settore dello Scotch Whisky, e questo ha aiutato il brand a distinguersi quando accostato ad altri prodotti.

Qual è l’etichetta più strana che avete creato per Compass Box? Quale la più bella secondo il vostro parere a livello estetico?
Molti progetti Compass Box hanno un approccio ambizioso, e per questo a volte le etichette studiate sono molto complesse, con vari livelli di significati che le appassionate e gli appassionati di questo brand devono scoprire e interpretare. Un paio di anni fa ci è stato chiesto di creare un’etichetta per una nuova Edizione Limitata: The Rogues Banquet. Abbiamo quindi ideato un riquadro ricco di personaggi provenienti da etichette Compass Box del passato, tutti impegnati a festeggiare insieme in una fantasiosa atmosfera di bagordi. Sono presenti molte bizzarre interazioni e numerosi elementi da scoprire in tutta l’etichetta.

Durante questi anni abbiamo avuto la fortuna di creare molte bellissime etichette per Compass Box. Una delle nostre preferite probabilmente è Hedonism The Muse, creata per la Giornata Internazionale della Donna – vagamente ispirata a un’icona religiosa che rendeva omaggio a Maria Maddalena. Un’altra etichetta caratterizzata da un’estetica molto differente è quella di The General: un whisky antico e potente, con un approccio tipografico piuttosto aggressivo.

the hedonism
Rogues Banquet
The General

Molte etichette di Compass Box sono ispirate alle caratteristiche organolettiche del whisky. Come funziona il processo creativo? Ricevete un brief sul liquido e da lì avete massima libertà oppure lavorate a stretto contatto con i creatori del blend anche per il concept?
Tutti i progetti di Compass Box cominciano con un brief che mantiene il liquido al centro della storia. Normalmente questo brief non è mai più lungo di due pagine – la prima pagina contiene il brief creativo, la storia e l’ispirazione, mentre la seconda pagina comprende tutte le informazioni legali e obbligatorie per garantire che non dimentichiamo niente di quello che va messo sulla confezione. Lavoriamo con Compass Box da oltre 10 anni ormai, e in questo tempo abbiamo sviluppato un rapporto di fiducia, oltre che un’intesa immediata durante le discussioni sulle proposte creative. La nostra grande fortuna è quella di aver ricevuto così tanta libertà nelle proposte di soluzioni creative. I progetti sono accolti da grande collaboratività. Per fortuna, poi, entrambi abbiamo come obiettivo primario la produzione di risultati straordinari!

La Scotch Whisky Association ha regole molto rigide che, oltre alla necessità di scrivere certi dati in etichetta, riguardano anche la grandezza dei caratteri. Avete mai avuto problemi di approvazione delle etichette? Cosa pensate di questi regolamenti della SWA? Aiutano a mantenere chiarezza o sono a volte un ostacolo per il lavoro dei creativi?
John (Glaser, n.d.t.) non è nuovo alla violazione di regole della Scotch Whisky Association – la più famosa è stata quando, per The Spice Tree, ha utilizzato una tecnica da vignaioli per aggiungere doghe alla botte. Il prodotto ha dovuto essere ritirato!

Da parte nostra, da molto tempo abbiamo a che fare con le regole stabilite dalla SWA, e di solito riusciamo a negoziare con i numerosi parametri di gerarchia e di dimensioni dei caratteri, riuscendo comunque a creare etichette che aprono nuovi orizzonti. A volte le regole possono anche creare occasioni per divertirsi: per fare un esempio, esiste una regola per cui le dichiarazioni di età devono riferirsi al whisky più giovane contenuto nel blend – per cui John ha creato un whisky contenente alcune varietà molto vecchie e appena un tocco di whisky giovane, e ha chiamato la bottiglia Three Year Old Deluxe!

spice tree

Il costo della carta si è molto alzato ultimamente. Ci saranno ripercussioni sul vostro modo di lavorare?
Come per il vetro e i tappi, anche l’industria della carta sta vedendo crescere i costi, e questo avrà un inevitabile effetto a cascata sul costo totale del packaging per una bottiglia di whisky. Per fortuna lo Scotch Whisky è nella categoria premium, per cui il prezzo della carta ha un impatto minore in questo settore rispetto per esempio a vini entry level, dove ogni centesimo conta veramente.

Ecosostenibilità: quali sono le innovazioni del vostro settore in termini di materiali per affrontare la rivoluzione green?
I fattori ambientali sono ormai tra le priorità di chiunque per ogni nuovo progetto. Noi prestiamo sempre molta attenzione a ogni aspetto che permetta di ridurre i materiali, in termini di peso del vetro per ogni nuova bottiglia o anche per vecchi design, utilizzando dove possibile vetro riciclato, rimuovendo la plastica dall’intera filiera e in molti casi riducendo o rimuovendo del tutto il packaging.

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