Hasta siempre Marcelo!
Nella notte tra il 1° e il 2 aprile ci ha lasciati il nostro Marcello - Don Marcelo, Tullio, Marcelito - Barberis. Una grandissima perdita per la Velier ma soprattutto per noi, che gli volevamo, gli vogliamo e sempre gli vorremo un bene dell'anima.
Lo commemoriamo qui con un ricordo di Luca Gargano.
"La cosa che addolora di più è che è morto un ragazzo. Perché in fondo, tra tutte le persone che conosco, quello con più curiosità, entusiasmo, passione, sogni e ideali era proprio Marcelo, e lo è stato fino all'ultima volta che l'ho visto.
Una vera Triple A, ha iniziato negli anni Cinquanta, viveva in quella campagna prima della chimica e ne conosceva bene ogni aspetto, anche la fatica.
Da lì poi è venuto a Genova, poi è andato all'Olivetti, poi è diventato un barman, poi è stato un capo area e un rappresentante. Ha fatto di tutto, fino a diventare poi un manager da noi. Mi ricordo che, quando ha cominciato a lavorare con noi, io gli dicevo: "Marcelo, ma tu costi troppo", e lui mi rispondeva di stare tranquillo, concludendo poi: "Vedrai che la Velier esploderà". Non mi pareva possibile, e poi invece questa cosa è avvenuta.
Marcelo era un grandissimo scrittore e un uomo dalla memoria straordinaria, fino alla fine. Ricordava tutti i dettagli, i nomi e i cognomi, ed era anche un grande narratore di storie.
Era un vero comunista, uno davanti al quale dovrebbero vergognarsi tutti i membri del partito comunista italiano e di quelli che sono venuti dopo; forse, più che comunista, secondo me era un vero anarchico. Un uomo che ha sempre rispettato tutti, e che avrebbe potuto vivere senza bisogno delle regole dello stato in maniera perfetta.
Era ironico, e aveva questa capacità di vedere sempre il lato divertente, con la sua ironia un po' d'altri tempi.
Era un grande pilota e un grande bevitore, e davvero era il più giovane della vecchia guardia, con quei fisici straordinari che avevano; poteva bere quantità enormi, eppure io non ho mai visto Marcelo ubriaco.
Ho trascorso tantissime notti con lui, ho vissuto tante degustazioni fino alle due, le tre di notte, a Ravenna, Pordenone, Milano, ovunque. Tante volte si andava a oltranza, e gli altri mi lasciavano lì; Marcelo no, lui c’era sempre, ed era quello che poi mi portava a casa. In quelle lunghe notti, con lui si poteva parlare davvero di tutto, di politica, di spiritualità, di lavoro.
Con Marcelo ho anche viaggiato tantissimo, perché lui è sempre stato un grande viaggiatore, anche con Marinella, che sul suo cellulare era registrata come "Rondine" - l'ha sempre chiamata così. Loro sono stati ovunque, sono andati in Russia quando non ci andava nessuno, poi con me hanno conosciuto i Caraibi e soprattutto Cuba. Mi ricordo una mattina che sono arrivato in ufficio e ho cominciato a cercarlo, ma lui non c'era; era morto Fidel Castro e loro erano partiti alle 4 del mattino per andare al suo funerale.
Ha chiuso la carriera dando lezioni all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e facendo il maestro di matematica alle medie nella nostra scuoletta; sono stati solo tre mesi, eppure ha conquistato tutti al punto che uno dei bambini ha deciso di usare come nickname Marcelito.
Abbiamo perso questo ragazzo che per me è stato veramente un maestro di vita e un compagno, sempre presente e disponibile.
Non so davvero se nasceranno ancora degli uomini come Marcelo."
Hasta siempre, Marcelo!